venerdì 7 novembre 2014

Riforma della Sentenza di primo Grado per l'Agente di Polizia Penitenziaria del Bassone di Como.


Stampa del 17.10.2014


La Corte di Appello di Milano ha dimezzato la pena per l’agente della polizia penitenziaria in servizio al carcere del Bassone di Como che era stato sorpreso dai carabinieri con 500 g di stupefacente. Il 30 enne, assistito dal legale di fiducia avv. Carlo Salvo del Foro di Castrovillari (CS), ha ottenuto, dalla V sezione della Corte di Appello di Milano, la riforma della sentenza di primo grado con la quale il gup di Como Francesco Angiolini, lo aveva condannato  ad una pena di 5 anni e 4 mesi. Ieri la pena è scesa a 2 anni e 8 mesi, questi ultimi già scontati con la detenzione cui fu sottoposto prima in cella poi ai domiciliari. Le indagini risalgono al 2011 e furono condotte prima dagli agenti di polizia penitenziaria del Bassone, poi dai Carabinieri di Como. Adesso sarà la Cassazione a decidere sulle diverse eccezioni e questioni processuali disattese dai giudici di merito, questioni che se accolte metterranno a segno un ulteriore risultato positivo. Gli altri imputati, a differenza di uno, avevano  definito la propria posizione patteggiando la pena.

sabato 12 maggio 2012

Due fratelli condannati in Appello per l'omicidio di un bracciante
Gianpaolo Iacobini - Cassano Jonio

Sono stati giudicati colpevoli anche in secondo grado. E perciò sono stati condannati a quindici anni di reclusione. È stato dunque questo il verdetto scritto dalla Corte d'Appello di Catanzaro (presieduta da Fortunato Rosario Barone; a latere, Marco Petrini) per i fratelli Costel e Cristinel Habliuc, rispettivamente di trenta e trentuno anni, per l'omicidio di Angelov Krasimir, un bracciante bulgaro di 33 anni.
Una vicenda dai contorni drammatici, l'uomo infatti era stato ucciso a calci e pugni, e forse pure con l'aiuto di un corpo contundente, il 25 ottobre del 2010, a Marina di Sibari.
L'assassinio, questa era stata la ricostruzione degli investigatori e della procura, era maturato al termine di una rissa accesasi nel mezzo di una serata trascorsa in compagnia di un gruppo di rumeni, iniziata con uno scambio di parole pesanti.
Tra di loro c'era anche una ragazza, alla quale Krasimir si era rivolto con parole giudicate offensive dagli amici della donna (tra costoro il fidanzato), che per questo l'avevano poi malmenato fino a provocarne il decesso.
Tentando anche di deviare indagini e sospetti. Ma i Carabinieri della Tenenza di Cassano, giunti sul posto a seguito di una segnalazione, non avevano abboccato alla messinscena, e nel giro di poche ore erano riusciti ad individuare sia l'abitazione al cui interno il delitto era stato consumato, sia i presunti assassini. Individuando elementi considerati preziosi (come le tracce ematiche ritrovate nella villetta luogo del delitto) e posti alla base del fermo degli indagati, poi convalidato dal Gip e trasformato in misura cautelare.
Tra i fermati, anche un terzo rumeno, Vasile Gavrilas, che dopo mesi di detenzione in una cella del carcere di Castrovillari si era tolto la vita, alla vigilia del processo di primo grado, svoltosi con rito abbreviato e conclusosi con la condanna dei due fratelli a 16 anni di reclusione, previa concessione delle attenuanti generiche. Ieri, a Catanzaro, il processo d'appello. Con la sentenza che, dichiarati i due colpevoli del reato di omicidio volontario aggravato da futili motivi, ricalca sostanzialmente la pena inflitta dal gup castrovillarese, limandola d'un anno.
E ora il collegio difensivo (composto, tra gli altri, dagli avvocati Carlo Salvo, Ugo Anelo e Carlo Esbardo) già pensa di spostare ora la partita davanti alla Cassazione. - 4  MAGGIO

Maxi rissa tra vicini Cinque finiscono in ospedale e otto in manette I carabinieri hanno sequestrato mazze di legno e di ferro, un cric e un accendino a forma di pistola
Angelo Biscardi - Castrovillari
Il periodo pasquale non ammansisce nessuno. Anzi, ieri sera è ritornato prepotentemente alla ribalta il rancore. Quello che strappa le unghie dalle mani.
Un misto di rabbia ed il desiderio di rivalsa, molto probabilmente protratto nel tempo, che ha portato ad una maxi rissa scoppiata intorno alle 19 in Viale del Lavoro, vale a dire al bivio di Martire, nei pressi della rotatoria che smista il traffico cittadino da e per la città di Castrovillari.
L'orario è quello di punta. Perché il centro del Pollino si riempie dei pendolari che tornano dal lavoro.
I due gruppi rivali - si tratta di nuclei distinti di commercianti che operano "gomito a gomito" presso uno stabile lambito dalla strada Provinciale 241 - se le sono date di santa ragione in due momenti distinti; tanto che i carabinieri della Compagnia di Castrovillari, che ieri hanno operato agli ordini del capitano Sabato Santorelli e del tenente comandante del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia cittadina, Vincenzo Pappalardo, si sono subito accorti che le incomprensioni andavano avanti ormai di alcuni anni.
La causa o le cause dei dissidi scoppiati ieri sera - tutti legati a motivi di vicinato - saranno comunque sciolte soltanto nelle prossime ore dall'autorità giudiziaria e dal pubblico ministero di turno presso il Tribunale di Castrovillari, dott. Francesco Pellecchia.
I carabinieri, in particolare, ieri sera hanno arrestato tutti i presunti protagonisti della vicenda (otto persone in tutto), sequestrando alcune mezze di legno e di ferro, un cric ed un accendino a forma di pistola che sarebbe stato usato durante il regolamento di conti.
Tra i dubbi dei carabinieri - saranno chiariti soltanto questa mattina dai militari della Compagnia di Castrovillari - anche il numero delle persone coinvolte.
Infatti, pare che altri soggetti - non sono stati ancora identificati - si sarebbero momentaneamente sottratte alla ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri della Compagnia di Castrovillari.
I militari dell'arma, in particolare, per tutta la nottata di ieri hanno verbalizzato le dichiarazioni di alcuni testimoni che avrebbero assistito alla zuffa.
Indagini mirate che dovrebbero portare ad altri provvedimenti restrittivi che dovrebbero essere vergati solo quando il quadro sarà ancor più chiaro.
Tra le certezze c'è il ferimento di almeno 5 persone; tanto che tutte sono state prontamente trasportate al Pronto Soccorso di Castrovillari.
Nelle prossime ore sarà sciolta la prognosi dai sanitari del nosocomio del Pollino. Le indagini dei carabinieri sono andate aventi sino a tarda ora di ieri per cristallizzare i fatti che saranno alla base dell'udienza di convalida ed il giudizio direttissimo (si terrà questa mattina presso il Tribunale di Castrovillari). Le persone arrestate dai carabinieri – alcune sono difese dagli avvocati di fiducia, Ugo Anelo e Carlo Salvo, sono accusate, a vario titolo, di rissa e delle lesioni. Nelle prossime ore compariranno dinanzi al giudice.. - 6  Aprile



Notizia n° | 9645 |
Città ~ Cassano allo Jonio      data ~ 20/07/2011      Sez. ~ Cronaca
Torna libero Pristavu, accusato di omicidio

La decisione dopo il probatorio

Gheorghe Pristavu, 38 anni, cittadino romeno, è tornato libero.

Gheorghe Pristavu accusato, insieme con altri due cittadini romeni (Danut Gherghel, 44 anni, e Mihai Pristavu, 21) del duplice tentato omicidio compiuto nei confronti di due loro connazionali, i fratelli Ionut Florin Lacatusu, 21 anni, caduto da un balcone, e Adi Costantin Lacatusu, 23anni, ferito con un colpo di accetta in testa, era l’unico a essere ancora sottoposto a misura cautelare.

Lunedì scorso, dopo circa tre mesi di carcere, è tornato libero.

Adesso ha solo l’obbligo di presentarsi tutti i giorni, dalle 18 alle 18,30, presso la tenenza dei carabinieri di Cassano.

La sua scarcerazione è stata disposta dal Gip del Tribunale della città del Pollino, Annamaria Grimaldi, che ha accolto l’istanza di revoca della custodia cautelare in carcere presentata dall’avvocato difensore, Carlo Salvo del foro di Castrovillari, a seguito delle risultanze dell’incidente probatorio svoltosi nei giorni scorsi.

Il tentato duplice omicidio dei fratelli Lacatusu è avvenuto il 17 aprile scorso, a seguito di una rissa scoppiata per futili motivi in un’abitazione di via Duomo a Cassano.

vIl21aprile, era stata la stessa dottoressa Grimaldi, con una propria ordinanza, a disporre per Gheorghe Pristavu la custodia cautelare in carcere, a convalidare i fermi di polizia giudiziaria a cui i tre cittadini romeni furono sottoposti nella stessa serata del 17 aprile, a rigettare la richiesta di misura cautelare nei confronti di Mihai Pristavu, disponendone la liberazione, e a disporre la misura degli arresti domiciliari per il quarantaquattrenne Danut Gherghel,revocati, il 5maggio scorso, su disposizione del Tribunale del Riesame di Catanzaro. 
 autore ~ Antonio Iannicelli
fonte ~ Il Quotidiano della Calabria